“Voglio scrivere una lettera, sono stufa di stare al computer, mi mancano le maestre!”. E così Adele, terza elementare, di Riccione, ha impugnato la biro e ha indirizzato una bella lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, manifestando tutto il comprensibile disagio che stanno provando da due mesi gli allievi e le allieve della scuola italiana.
“Caro signor Mattarella, scusi per il disturbo, sono Adele e faccio la terza elementare, le volevo chiedere se è possibile riaprire la scuola”. Inizia così la lettera, scritta in bella calligrafia da Adele, indirizzata al presidente della Repubblica. “Magari – scrive Adele – andiamo con la mascherina, i guanti, e tra compagni non ci prestiamo le cose, stiamo meno ore. La prego per favore, riapra le scuola”, perché, spiega Adele, “io non ci capisco più niente, sai quanti compiti non avrò fatto? Tra video riunioni, schede e video non imparo niente. Anche se le mie maestre sono super brave non riesco ad imparare, mi mancano… senza scuola sono persa tra le nuvole”.
Certo, va sottolineato, ci sono obiettivi problemi di prevenzione del contagio e della lotta al covid-19, battaglia che non è ancora vinta! Ma la lettera di Adele è come la cronaca di una situazione pesante, che nessuna “didattica a distanza” – termine che fa orrore e contraddice il senso stesso di didattica! – puo’ pensare davvero di risolvere, sia pure con tutta l’integrazione possibile delle tecnologie in aula. E Adele interpreta con immediatezza e semplicità il pensiero di tanti altri scolari di tutta Italia. Occorre ancora pazienza, molta pazienza. Settembre è ancora lontano.